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Gianfranco Manara:
Il capitale un nuovo Rinascimento, l'uomo nuovo alla luce del recente passato

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il capitale un nuovo rinascimento, l'uomo nuovo alla luce del recente passato, 

relatore professor Giacomo Manara. 

Ringrazio il dottor Zanazzi e tutti gli organizzatori di questo straordinario convegno per avermi invitato. Ringrazio tutti coloro che mi hanno preceduto per i loro bellissimi e interessantissimi interventi e naturalmente ringrazio in anticipo anche chi mi seguirà. Io so per certo che c'è un elemento che voi apprezzerete particolarmente del mio intervento e questo elemento è la brevità e quindi io vi accontenterò per evitare di caricare il vostro ascolto di eccesso di tempo dedicato. Io vi porto quindi un'esperienza un po' se volete, discontinua rispetto a chi mi ha preceduto. La mia è un'esperienza che unisce un lavoro manageriale durato tanti anni in diverse imprese, anche importanti, ad un lavoro cui mi sto dedicando da circa una ventina d'anni, cioè l'insegnamento all'università nelle aree che sono state citate, comunque nelle aree dell'organizzazione, e il lavoro nelle imprese. Quindi ho uno straordinario balcone da cui guardare la realtà. È un balcone che ha dentro sia i giovani di 22-23 anni, perché io seguo le lauree magistrali, sia persone più in età impegnate e ingaggiate con un percorso di crescita manageriale e con quell'impegno con la realtà che in modo molto rinascimentale vuole lasciare un segno nella storia. Allora io vorrei così tracciare con due fotografie il veloce percorso che intendo fare con voi. Il percorso parte da quella foto alle cascate della mia gara che ho fatto io stesso qualche anno fa e che ci dà un'idea molto molto interessante di come sia la nostra vita oggi. Noi siamo su una nave, anche bella strutturata, ma vicino a noi ci sono le cascate del Niagara. Chi ha avuto l'occasione di andarci sa quanto impressionante è essere vicino a questa massa enorme di acqua che precipita. E sa quanto questo aiuta a capire il senso della precarietà delle cose che facciamo. Tuttavia, ho voluto prendere in prestito la Sagrada Famiglia, scusatemi se sono uscito dai confini nazionali, ho preso la Sagrada Famiglia come esempio di un'opera di bellezza cui continuo a dedicarsi, un'opera senza fine. Naturalmente, circondati da questa straordinaria bellezza, abbiamo ben poco da imparare. Però, intanto, ho portato anche un esempio ulteriore. Allora, io vorrei dirvi una cosa all'inizio. Noi viviamo in un mondo che è molto diverso, naturalmente, dal mondo in cui Vespasiano Gonzaga portava la sua straordinaria opera. Un mondo che è caratterizzato da una serie di turbulenze, di cui magari non sempre noi prendiamo coscienza, perché è un mondo che presenta tantissimi cambiamenti. Io adesso li sto solo facendo scorrere senza leggerli, però vorrei fare un commento generale. Guardate quante cose stanno succedendo in questi ultimi anni. E guardate quante cose che stanno succedendo in questi ultimi anni che noi non ci aspettavamo 5, 10, 15, 20 anni fa. Il mondo oggi è marcato da una straordinaria discontinuità, da una straordinaria velocità di cambiamento, dalla presentazione di novità assolute che noi prima non ci aspettavamo. Si discute in particolare tantissimo in queste ultime settimane su questo famoso chat GPT. Per farvi solo un esempio, per la mia attività universitaria, vuol dire che la preoccupazione che ho di fronte a tutti i ragazzi che fanno la tesi è che ciò che vedo e leggo sia stato fatto da ChatGpt e non dagli studenti. Con tutto il rispetto per gli straordinari studenti che incontro tutti i giorni. Tutte queste cose travolgono il nostro mondo, travolgono il nostro modo di pensare, travolgono il nostro modo di vivere. Ed è in questo mondo che oggi Vespasiano Gonzaga proporrebbe di ricostruire. Ed è in questo mondo che noi ricostruiamo. Ma attraverso cosa? Lo ricostruiamo attraverso quella che oggi è probabilmente, quello che perché oggi è il più straordinario laboratorio di ricostruzione, che è l'impresa. Vespasiano Gonzaga fece un'impresa per costruire questa straordinaria città. Ecco, oggi l'impresa è un incredibile laboratorio in cui si sperimenta che cosa vuol dire vivere nel mondo della turbolenza e cercare tutti i giorni di ricostruire. Quindi io su questo mi vorrei concentrare, come esemplificazione di un luogo dove tutto ciò che noi teniamo viene sperimentato tutti i giorni. Tra l'altro, quello che vedo da un po' di anni è che in fondo, per tanti aspetti, l'impresa sta svolgendo un'opera non di sostituzione, ma sicuramente di integrazione dell'educazione primaria e secondaria. Perché diciamo che in tante famiglie prevale la tendenza all'accudimento piuttosto che all'educazione. Diciamo che in tanti sistemi scolastici universitari, anche grazie al dramma della pandemia, si assiste a una difficoltà a gestire il processo educativo. In questo senso, l'impresa sta dando qualcosa di più, qualcosa a cui guardare con estrema attenzione. Che cosa sta succedendo nell'impresa? Questo ve lo faccio passare molto velocemente per risparmiare tempo. Questo è un modello che dice... Nel 1979 uno studioso diceva che l'ambiente esterno ha diversi livelli di imprevedibilità. Se noi guardiamo, il livello di imprevedibilità in cui viviamo oggi è numero 5. Nel 1979 rappresentava l'apice della possibile imprevedibilità. Ci siamo oggi. Ma che cosa sta succedendo oggi nell'impresa? Quali sono le tipologie di cambiamenti? Si lavora in modo completamente diverso. Smart working, remote working, eccetera, eccetera. Tutti modelli che nessuno di noi si aspettava 10, 15, 20 anni fa. C'è un senso del lavoro, c'è un significato che si attribuisce al lavoro, che è molto diverso da prima. Molti manager che io incontro si lamentano e fanno i soliti triti. Però una cosa lamentano. Quando io chiedo a loro cosa vogliono fare nella vita, non mi rispondono "vorrei entrare nell'impresa e costruire qualcosa". Mi rispondono "vorrei vivere e dall'impresa prendere i soldi". Hanno un senso diverso, che non è condannabile perché è diverso dal nostro, ma va guardato e va ascoltato. Ci sono delle modalità di comunicazione completamente diverse. Abbiamo ormai due intere generazioni, cioè la generazione di millennial e la crescente generazione degli z, che si esprime prevalentemente attraverso i social network. Ragioniamo solo sull'impoverimento lessicale che questo comporta, al di là di tutte le altre possibili conseguenze. Abbiamo un'esperienza continua di contrazione dello spazio del tempo. Viviamo esperienze, un po' come stamattina, molto concentrate nel tempo, molto intense, ma che durano e perdurano meno di una volta. E il rapporto che c'è tra le diverse generazioni si va facendo forse un po' più problematico. Uno dei problemi chiave dell'impresa è far convivere diverse generazioni. Io ho citato due parole che voi sentirete, le commento velocissimamente. Si parla di "great resignation", cioè del fatto che molte persone danno le dimissioni per non lavorare più. Si parla di "quite quitting", cioè lavoro all'interno dell'impresa totalmente demotivati. Quindi sono alcuni dei fenomeni che oggi colpiscono la vita di un'impresa che vengono da ciò che sta accadendo nel mondo. Ora, secondo o terzo passaggio. Oggi assistiamo ad una rivoluzione del sapere. La frase in inglese non è per compiacimento a coloro che non parlano l'italiano. Tra l'altro il mio intervento è tradotto in inglese. Io comunque qui ho fornito una mia traduzione italiana. Nel 2009 Weinberger diceva tante cose interessanti. Una è "Oggi il sapere si costruisce". dice lui, al volo, on the fly. Cioè il sapere non nasce più da un processo sistematico, come gli interventi che mi hanno preceduto in qualche modo rappresentano. Il sapere nasce così da impulsi, da stimoli che si pescano nel mondo qui e là. In questo contesto c'è questo interessante intervento della World Organization che pone quattro presupposti della costruzione di un sapere. E questi quattro presupposti, fondamentalmente, non li leggo tutti, mi concentro soprattutto sull'ultimo, che dice un contesto generale fortemente innovativo che comprende il mondo accademico, il settore privato e la società civile. Questa è parte del contesto generale innovativo. condizione per costruire un nuovo sapere. Quindi le imprese costruiscono sapere, i soggetti civili costruiscono sapere, e costruiscono un nuovo sapere in un nuovo mondo, in una nuova modalità. Allora parliamo della persona, che poi è il centro. Se parla di capitale umano, restiamo su questo termine antico e nobile, che è "persona". Perché in fondo capitale umano ancora guidare verso una dimensione un po' più economicista, meccanicistica. Parliamo di persona. Oggi, per il mondo dell'impresa, come dovrebbe essere per il mondo in genere, la persona è al centro di tutte le attenzioni ed è probabilmente una delle prime volte nella storia che questo accade. Diciamo, come evoluzione di un modello dell'impresa che più di un secolo fa nasceva con la produzione al centro, il modello taylorista, il modello fordista. Che vuol dire ritrovare la bellezza di fare un'esperienza... Ed ecco il tema della bellezza che è stato trattato negli interventi che mi hanno preceduti. Io spesso dico, sia ai manager adulti che incontro ragazzi, cosa c'è di più bello rispetto ad una vita in cui impari ogni giorno qualcosa di nuovo, in cui arrivi a casa la sera e ne sai un po' di più della mattina quando ti sei alzato. Ecco, questo è uno dei temi, ritrovare la bellezza della vita come esperienza di apprendimento e di formazione. Oggi è ancora possibile, non solo è ancora possibile, è ancora più possibile. Cambiamo il nostro modo di vedere, Facciamo conto che i social network non siano solo una iattura e un modo con cui le persone distruggono le altre persone, gli haters, le fake news, eccetera. Immaginiamoci che i social network sono un modo per accelerare il passaggio del sapere da una persona all'altra. Vuol dire che oggi è più possibile di ieri, capite? Vuol dire che noi viviamo in un momento storico in cui ciò che magari apparentemente consideriamo un problema può essere invece una grande occasione. Perciò la vera forma di apprendimento su cui ci si concentra nella vita d'impresa è insegnare alle persone a continuare ad imparare. Il sapere non è più solo lo straordinario sapere consolidato di cui oggi, nella prima parte della mattinata, abbiamo fatto esperienza. Il sapere è qualcosa che continua ad evolversi. Allora, quello su cui si lavora sempre di più è la capacità delle persone di continuare ad apprendere per essere sempre pronte alle nuove sfide che si presentano. E il centro di tutto questo è la persona. È la persona che si attiva per imparare ogni giorno qualcosa di nuovo grazie alle opportunità che vengono offerte. Ma il primo movente è l'interno della persona. questo straordinario desiderio, questa passione della persona di imparare qualcosa di nuovo per sé. Penultimo passaggio. Penultimo passaggio, però, la persona è in una comunità. È stato richiamato anche prima in diversi interventi. Le persone non vivono in questo splendido isolamento in cui molti credono che la loro vita debba legittimamente svilupparsi, ma le persone vivono immerse in una comunità. La tipologia di questa comunità è favorita, sviluppata, lo vedete da questo teorico che ha scritto questo libro "Knowing Knowledge", molto interessante, che dice, attenzione, che le comunità si sviluppano perché le persone diventano nodi di trasmissione del sapere anche in grandi comunità virtuali. Quindi non è il sapere che io personalmente genero che poi si afferma, è il sapere che io contribuisco a creare immerso in una comunità virtuale. Vuol dire che il risultato di questo processo di creazione del sapere potrebbe essere potenzialmente, straordinariamente superiore a quello tradizionale. Vuol dire che ciò che ha fatto Vespasiano Gonzaga qui e in tante altre bellissime città rinascimentali d'Italia, potrebbe essere moltiplicato su larghissima scala, in modalità diverse, ma sempre come esperienza di generazione di sapere e di bellezza. Allora, cito il tema delle botteghe rinascimentali, proprio per il contesto in cui siamo, e cito soprattutto tre osservazioni che questo studioso del rinascimento, Formica, fa rispetto a quello che accadeva nelle botteghe rinascimentali. La prima osservazione è interessantissima. Dice "Le botteghe rinascimentali non erano solo un terreno fertile di idee nuove, ma si caratterizzava come un campo di ideazione nel senso che le idee si muovevano per raggiungere il traguardo delle imprenditorialità. È come se quell'ambiente fosse dotato di una forgia per rendere le idee tanto incandescenti da trasformarle in imprese. Il sapere, lo scambio del sapere, costruisce imprese, idee forgiate che diventano incandescenti. e l'incandescenza poi contribuisce a creare la bellezza. Gli altri due passaggi ve li lascio leggere da soli perché mi sono preso un impegno con voi di essere veloce e intendo rispettarli. E quindi mi avvio rapidamente alla conclusione. Allora, qual è la sfida per le persone che abbiamo di fronte? Beh, quello che io invito sempre i miei studenti e il manager che incontro a fare, è sviluppare e mantenere uno sguardo aperto alla realtà. Perché la realtà dà tantissimo, soprattutto in questo periodo storico, ma solo se resti aperto per capire che cosa ti sta insegnando puoi portare a casa qualcosa di nuovo. Secondo, sviluppare un approccio costruttivo. Noi dobbiamo ringraziare perché siamo qui perché qualcuno ha voluto costruire, come è stato detto all'inizio, in una parte così particolare di questa straordinaria nazione in cui abbiamo il privilegio di vivere, non magari la parte che dal punto di vista naturalistico poteva essere più favorevole, è stata incastonata a questa gemma di bellezza, perché qualcuno aveva un approccio costruttivo. E ancora immergersi in una comunità e giocare una partita in cui il nostro scopo è uno scopo comune. Penultima slide. Anche le imprese hanno una sfida. Non possono più pensare che le cose vadano avanti così come sono sempre state. Io racconto nei miei corsi, soprattutto dei change management, casi l'impresa. Ieri raccontavo il caso Nokia per chi si ricorda 20 anni fa molti di noi i primi telefonini li chiamavamo adesso si chiama smartphone erano solo Nokia, noi non compravamo un telefono, compravamo un Nokia. Bene, Nokia è stato buttato fuori dal mercato perché Steve Jobs ha inventato un modo diverso di fare il telefono. Allora oggi pochi lo sanno, Nokia è una delle aziende di maggior successo del mondo. Sta facendo altre cose. Allora l'impresa deve reinventarsi, decostruire quello che sta facendo e ricostruirlo. Non dico ogni giorno che sarebbe un po' costoso, però diciamo riproporre modelli e soluzioni nuove. Ricostruire la bellezza della... come dire... la bellezza La bellezza dell'esperienza. Si è richiamato molto, anche nell'ultimo intervento che mi ha preceduto, questa idea della bellezza. E' sorprendente dire che questa bellezza è possibile anche nella vita d'impresa. La bellezza non è solo ciò che vediamo, la bellezza è anche ciò che costruiamo in termini di relazioni. È per esempio lo stile di leadership che si decide di adottare. È per esempio l'investimento che si fa per costruire il sapere per le persone più giovani. È la capacità magari anche di lasciare il passo alle persone più giovani che possono prima integrarci e poi sostituirci. È la capacità di costruire dei meccanismi di scambio, di relazione e di sapere in cui le persone possono arricchirsi umanamente. Tutto questo è bellezza. E allora, proprio per questo, ho voluto chiudere il mio intervento sul tema della bellezza, collegandolo paradossalmente al mondo dell'impresa, proprio per dire che la bellezza è sempre possibile. Dipende dalle intenzioni, dipende dai percorsi, dipende da quello che ognuno di noi vuole in fondo al cuore costruire per sé e per tutti gli altri. altri. Allora, François Rabelais, che non era certo uno dei più famosi scrittori del periodo rinascimentale, tra l'altro questo è un libro abbastanza paradossale, parla di virtù e la virtù con cui mi voglio congedare è proprio la capacità di costruire, di costruire partendo dalla bellezza per lasciare tracce nella storia, simili, magari anche diverse, ma con lo stesso intendimento di chi ci ha lasciato queste straordinarie tracce. E allora non potevo che proporre uno dei tantissimi esempi di architettura locale e sperando di essere stato fedele alla mia promessa iniziale vi ringrazio ancora per il vostro ascolto. 

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della relazione

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