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Marino Attini e Mirella Gavioli:
Va dove ti porta ...Letismart.
Progetto inclusivo per non vedenti a Sabbioneta

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siamo giunti alla presentazione del service lions va dove ti porta LETIsmart per il quale invito l'ideatore dottor Marino Attini e la signora Mirella Gavioli, presidente dell'Unione Italiana Ciechi ipovedenti di Mantova, che è già sul palco. Buongiorno a tutti, grazie di avermi invitato. Buongiorno al pubblico, buongiorno ai Lions, di cui sono onorato di far parte e a tutti gli ospiti. Per me è una grande emozione oggi perché questo percorso l'ho iniziato nel 2015 quando con la mia passione dell'elettronica invece di giocare con il Lego da bambino smontavo televisori, quindi purtroppo ho sempre portato avanti questa cosa. Ho pensato a quelle che sono le problematiche che io come ipovedente grave e le persone cieche assolute o cieche parziali possono avere. Lo strumento fondamentale da cui si parte è il bastone bianco. è lo strumento che permette l'autonomia a queste persone. L'autonomia è fondamentale perché l'autonomia vuol dire per una persona avere la gioia di poter fare le cose da soli. Certamente gli accompagnatori sono importanti e sono indispensabili, ma quando noi riusciamo anche da casa nostra ad andare a prendere il pane, andare nella sede dell'Unione Cechi, oppure se ci troviamo in una gita e riusciamo all'interno di un museo o all'interno di un contesto anche architetturale, andare a toccare qualcosa da soli, è una conquista molto grande. Allora, il bastone bianco che cosa ci ha insegnato? Ci ha insegnato che attraverso le vibrazioni che noi riceviamo dalla punta possiamo capire il pavimento, sentire eventuali ostacoli, scorrere a fianco al muro, quindi muoverci su un cordolo, avere una situazione in cui noi creiamo un'immagine tridimensionale. Io ho pensato che fosse arrivato il momento in cui la microelettronica poteva aiutarci, con due soluzioni che ho integrato in un normale bastone bianco. Quello che vedete è un normalissimo bastone bianco, con pieghevole, normale, si chiama canadese, ma ce ne sono due o tre tipi al mondo che vengono più utilizzati. La prima idea si chiamava "Light Smart Luce" e permette al non vedente di risolvere un problema molto grave, di essere visto, soprattutto quando lui si trova, per esempio, su attraversamenti pedonali. È una semplice luce che lampeggia, vedete, bianca, molto molto visibile e che permette appunto di far sì che la persona venga vista e questo ovviamente è fondamentale per dare la sicurezza. L'altra soluzione invece è integrata all'interno del manico del bastone bianco e permette di rendere questo dispositivo parlante. Renderlo parlante in modo tale che il non vedente, oltre ad avere i tatti del plantare che lo guida, oltre ad avere il bastone che lo aiuta, eccetera, abbia la possibilità di capire che cosa ha intorno. Molti parlano di bastoni miracolosi che mi dicono "vai a destra, vai a sinistra". Se sono sull'autovettura siamo d'accordo. Il GPS è eccezionale. Sono arrivato qua grazie al GPS. Ce l'abbiamo anche sul cellulare. Ma se dobbiamo pensare a muoverci all'interno dell'ambiente urbano, in non vedente che spesso si muove rasente il muro, non ha la possibilità di avere un'imperfezione sulla posizione che va dai 6 ai 12 metri. Molto pericoloso. Quindi oggi non c'è un sistema che mi guida da solo, che mi dice "vai di qua, vai di là". Esistono dei sistemi che mi permettono di avere una percezione degli ostacoli che ho davanti, ma non esisteva un sistema che risolvesse un problema che io ho ogni giorno. Vi faccio un esempio pratico, perché è importante capire il concetto di LETISmart. Il concetto di LETISmart è quello di portarmi in un punto preciso o segnarmi, farmi capire un punto preciso. Poi sono io che so usare il bastone bianco e lo raggiungerò. Io abito a Trieste e vado a bere il caffè il sabato mattina, di solito con i miei amici, al Caffè degli Specchi. Il Caffè degli Specchi è davanti a uno sterminato numero di tavolini. Quando io arrivo davanti al Caffè degli Specchi, vedendo a una distanza di circa un metro, poi il resto è tutto circa, Io cerco di individuare i miei amici, però cammino avanti e indietro e anche dal punto di vista della dignità della persona non è il massimo star lì a cercare qualcuno. Fortunatamente mia mamma mi ha fatto alto e quindi i miei amici mi vedono e mi dicono "Marino, siamo qua". Ecco, questo è il concetto del Radio Faro LETISmart, un qualcosa che mi chiami e che mi permetta di raggiungere un punto preciso di destinazione. È molto semplice il concetto, però è importante perché dal momento in cui il mio amico mi chiama, io a quel punto da solo mi muovo tra i tavoli, però so già che devo andare in quel punto, in quella direzione. Ecco, questo concetto che noi possiamo anche ribaltare alle persone vedenti, perché le persone vedenti che si trovano sulle scale di casa e a un certo punto si spegne la luce, cosa cercano? cercano la lucina dell'interruttore per riaccendere la luce. Per arrivare a quella lucina fanno un po' di fatica, perché sono nel buio, però seguono quella lucina. Se quella lucina non c'è, non sanno dove andare a accendere la luce. Ecco, vi ho fatto un esempio sulla visione, che possiamo ribaltare pari pari su quello che invece è il discorso importantissimo di chi non vede, quindi che crea un'immagine tridimensionale. Questo concetto è stato ribaltato in tante possibilità diverse. "Linea 20, direzione stazione marittima, Miramare". Lui adesso ha identificato che qui vicino, ovviamente stiamo simulando, c'è un autobus. Se questo autobus, la linea 20, direzione Miramare, io lo volessi prendere, ho soltanto un bottoncino. Premo due volte un bottoncino. "Prenotazione in corso". - Dice "Prenotazione in corso". - "Attivato sonoro 4 impulsi". "Attivato sonoro 4 impulsi". Io so che devo ascoltare un suono di quattro impulsi che mi porta in un certo punto. Allora, pensate che cosa succede. L'autobus è il mezzo di trasporto dei non vedenti. Attraverso questo suono, se non mi basta, ripremo di nuovo. "Prenotazione in corso." "Attivato sonoro quattro impulsi." Quattro impulsi, perché potrebbe esserci un altro cieco che cerca un qualcosa lì vicino, allora gli dà un altro numero di impulsi. Io so che devo seguire i quattro impulsi, fin tanto che arrivo all'ingresso dell'autobus, dove è posizionato il radiofaro. E' il mio amico che è sulla porta dell'autobus. Ma la cosa straordinaria è che quando l'autobus sta ancora avvicinandosi a noi, io ricevo dal mio dispositivo, questo è quello per i povedenti e questo per i non vedenti, ricevo questa informazione. Attivo questo radiofaro, lui suona, ma dove suona? "La stazione in corso" A bordo dell'autobus. "Attivato su loro 4 impunti" Io ho già la tranquillità che quell'autista è preallertato. Quindi questa è una cosa eccezionale, perché per noi perdere l'autobus è all'ordine del giorno, perché tante volte o non c'è qualcuno in fermata, oppure sbagli direzione, sali su quel... ci sono anche i problemi quando ci sono più autobus in coda, su quale salgo? Allora io so che la linea 20 ormai ce l'ho, ce lo impugno, premo il pulsante, faccio suonare di nuovo e arrivo esattamente lì. Se questa cosa la penso in un negozio, abbiamo visto, è eccezionale perché specialmente in un negozio medio piccolo dove c'è il personale che sa che c'è questo dispositivo, quando io devo entrare passo vicino al panificio, lui quando sono a 20 metri dal panificio mi dice "panificio da Mario", io faccio questa stessa cosa, faccio suonare questo dispositivo e automaticamente il personale che c'è all'interno nel panificio sa che sta arrivando una persona con difficoltà visiva. E questa è un'altra cosa importantissima, perché Mirella ve lo può testimoniare, quando un cieco arriva davanti alla porta di un negozio, di un esercizio, primo può trovare ostacoli e secondo comunque sbatte col bastone a destra e a sinistra prima di centrare l'ingresso. Parliamo della nostra dignità personale, questo è un fattore eccezionale, il fatto di sentire il suono che è sopra di me ed entrare. E ricordatevi, come è stato detto prima in quella bellissima esposizione, noi abbiamo, purtroppo o per fortuna, una modificazione del cervello. Io non l'ho visto per i primi otto mesi della mia vita. E faccio parte di uno studio portato avanti dall'Università di Trento, proprio con questi sistemi che permettono di controllare i miei pulsi nel cervello, che testimonia il fatto che io purtroppo, se incontrerò qualcuno di voi anche fra un'ora, non lo riconosco. Se io devo cercare il Presidente Alberto, con cui ci siamo conosciuti e abbiamo riso e scherzato assieme ieri sera, io adesso ho delle difficoltà, perché non memorizzo i volti, non ho imparato a memorizzare. Però è questo che ti potenzia il fatto di crearti un ambiente tridimensionale. Questo è il concetto. Questo è importante per capire. Questo dispositivo non guida nessuno, non è un miracolo. I miracoli non ci sono. Il LETISmart è stato scelto oggi come standard nazionale dell'Unione Italiana Cechi. Lo stiamo installando in 107 città. L'abbiamo installato anche presso università, come l'Università Bocconi, qui in Lombardia, Palazzo Lombardia. L'abbiamo installato a Mantova, nel centro di Mantova. L'abbiamo installato sui mezzi pubblici di Como. Parliamo soltanto di questo territorio. Per me è stato un sogno, perché io ho realizzato... cioè, io non ho realizzato, scusate, io soltanto ho avuto l'idea. Però un'idea che ha funzionato, un'idea semplice, e soprattutto che si compone di due pulsanti. Buttiamo via il concetto di dire "Andiamo, facciamo, con le app o con lo smartphone". Non ci siamo. Usiamo lo smartphone come ipovedente o come non vedente, quanto volete, scriveteci un whatsapp, saremo più veloci di voi a rispondere. Ma quando siamo per la strada abbiamo bisogno di concentrarci sulla nostra visione tridimensionale, che come ha detto il relatore prima è una visione la nostra, anche se se non vediamo è una visione, abbiamo bisogno di questo. Allora il discorso delle app è solo un escamotage per dire spendiamo poco, mettiamo due QR code da inquadrare, poi scusatemi ma è un po' come il concetto dell'infrarosso, Non possiamo pensare che una persona vada con lo smartphone per aria a cercare qualcosa. Oppure girare su se stesso, come succede con i beacon. C'è una dignità da rispettare. Per questo motivo io ci tenevo a raccontare il LetiSmart in questo senso. Il LetiSmart è nato grazie ai Lions, è nato a Trieste, con il nostro distretto. Sta andando avanti in tutta Italia. Io ringrazio tantissimo le persone che sono presenti qui, sono orgoglioso di essere Lions, perché i Cavalieri della Luce hanno semplicemente inventato il bastone bianco e oggi lo stanno vestendo di una tecnologia che è lo standard nazionale, finalmente uno standard unico che va reinstallato in tutta la città. Adesso io volevo dare la parola a chi ha permesso di far sì che quel foglio con quella mia idea diventasse un qualcosa di... Prima di tutto il più piccolo ausilio al mondo, ma poi anche un ausilio che oggi è accettato, lo abbiamo inserito anche negli ospedali, in qualsiasi situazione, perché ha un sistema radio completamente nuovo, innovativo, non è bluetooth, wifi o altre cose, perché dobbiamo avere la certezza che le cose funzionano. Si chiama allora... Io vorrei chiamare un attimo, se mi permettete, Diego Bertocchi, che è presidente di Seen, che ha fatto il miracolo e per scopo etico ha realizzato questo dispositivo che oggi stiamo utilizzando in tantissime persone al mondo. Chiedo se Diego possa rimanere. Grazie dottor Attini, mi scuso con il dottor Diego Bertocchi per non averlo presentato. Grazie del suo contributo. Salve, buongiorno a tutti. Marino mi ha già presentato, sono Diego Bertocchi, presidente della Cheyenne. È un'azienda un po' anomale alla nostra, nel senso che noi trasformiamo in sogni tutte le cose che hanno la microelettronica. O meglio, facciamo dei prototipi a livello, oggi, mondiale. Siamo partiti in un gruppo di cinque persone. Oggi siamo una cinquantina. e realizziamo i prototipi di microelettronica. Ci arriva un'idea da una start-up, da un'università, da un centro di ricerca elettromedicale, in tutti i settori. E quindi noi realizziamo il prototipo. Questo ci ha permesso di affrontare delle sfide, di fare cose che sembravano impossibili. Quindi, grazie a questo percorso, siamo riusciti a mettere questa microelettronica all'interno del bastone. Sembra un giocattolo, vi assicuro che non è un giocattolo, perché il circuito stampato che c'è dentro, ci sono solo due aziende al mondo in grado di farlo. Fortunatamente l'innovazione continua, quindi seguiamo su questa strada. Ma molto curioso che seguiamo tantissime innovazioni. Quindi per noi il 2G, 3G, 5G, il 6G anche. Cioè, è una cosa normale che lo facciamo giornalmente con dei moduli su innovazione. Quello che è importante, invece, è capire i valori e le cose... che sono state fatte da chi ci ha preceduto. Noi utilizziamo una tecnologia del radiofaro... che è una tecnologia di 120 anni fa. Abbiamo fatto questo percorso non per business... o cercare di fare qualcosa, stravolgere il futuro. Abbiamo raccolto una cosa vecchia, che è matura... e che tra 100 anni sarà ancora presente. Quindi questa è la tecnologia salda e prendiamo questi valori. Li abbiamo trasformati con l'innovazione, ma non il Bluetooth o altre cose. Come ha detto lui, c'è un'innovazione che corre velocissima. Quattro anni fa c'era il Bluetooth 2, dopo il 3, dopo il 4, dopo il 5. Quindi qualsiasi dispositivo che avete, anche se pensate che sia innovativo, va a finire che tra sei mesi sarà già vecchio. Ci sono cose da prendere che ci hanno lasciato delle persone che erano prima di noi... e che sono state studiate per molti anni. Quindi hanno delle fondamenta molto più solide rispetto a quelle che può essere... certe volte l'innovazione e tecnologia. Quindi abbiamo sposato questo sistema, ma grazie all'innovazione siamo riusciti a miniaturizzarlo. È l'unico sistema che riesce a stare dentro a un manico. Parliamo di componenti che hanno 0,1 x 0,2 mm. Quindi estremamente piccoli. Quella è l'innovazione. Mentre invece il pensiero del radiofaro è una cosa che... i miei avi l'hanno pensata e l'hanno utilizzata. Ci sono valori e cose che vanno riportati avanti. L'obiettivo è quello di fare qualcosa in aiuto alle persone, ma qualcosa che possa avere un senso e essere costruita nel tempo. Il nostro percorso è quello di riuscire a lasciare qualcosa che sia costruttivo. Siamo sicuri di questo. Ringrazio tantissimo tutte le persone che si sono avvicinate a questo progetto e ce lo stanno supportando, ma in ogni caso per noi siamo talmente tanto convinti dell'effetto che sta facendo, dell'aiuto che ci dicono i cechi ogni giorno che ricevono nell'utilizzo di questo, e che come percorso imprenditoriale abbiamo già raggiunto il nostro risultato. Quindi per noi è già un grandissimo successo questo. Ringrazio tutti e... Grazie. Grazie, grazie mille. Prima di passare le parole alla nostra Mirella Gavioli, dico "nostra" perché è amica di tutti, nel senso che lei è Presidente della sezione dell'Unione Italiana a cechi e ipovedenti di Mantova e che ha dato il là alla Lombardia nell'acquisizione di questa tecnologia. Volevo salutare e ringraziare anche il sindaco di Sabbioneta, oltre al Club dei Lions di Sabbioneta, perché due anni fa abbiamo fatto un incontro qui e quando sono andato via da questo bellissimo borgo, da questa bellissima cittadina, ho detto "Mamma mia, sarebbe proprio un sogno". Perché un sogno? Perché qui abbiamo il silenzio, abbiamo una situazione in cui veramente il sistema LetiSmart può funzionare magnificamente, Con pochi radiofari possiamo creare una situazione perfetta anche dal punto di vista turistico. Il turismo sociale è importantissimo. Con l'Unione Italiana Ciechi lo promuoviamo. Io sono responsabile nazionale per il turismo per i ciechi. Quindi mi impegno fin d'ora, nel momento in cui ci sarà questo sogno realizzato a Sabionetta, a portare le persone a visitare Sabbioneta con la consapevolezza che se hanno bisogno di trovare il bagno, se hanno bisogno di entrare nel palazzo municipale oppure di entrare in questo teatro, ascoltano quello che hanno attorno, quali radiofari hanno attorno, li fanno suonare e entrano. Anche perché l' LETISmart si abbina con il tattilo plantare, però qui con questi pavimenti particolarissimi che avete diventerebbe un problema inserirlo, o almeno in certi tratti. dove è possibile, il tattilo plantale va messo in abbinamento perché aiuta sempre e va bene comunque. Io mi fermo qui, vi dico solo che, per darvi l'ultimo esempio mio, poi lo farà anche Mirella, noi abbiamo un'altra cosa preziosa che usiamo sempre, io l'ho usato anche stamattina al Bed & Breakfast, che è il radiofaro personale. Oltre ai radiofari che ci sono attorno, noi abbiamo dei radiofari nostri personali, un cubettino così uguale con il laccetto che io di solito quando vado nei grandi alberghi attacco sulla maniglia quando vado via sulla maniglia della mia stanza. Quando torno in albergo e salgo al piano, quando sono in corridoio, lui mi dice tag personale, quindi vado a cercare... - Tag di sicurezza. Tag personale. - Tag personale. Io qua ho fatto un giochino, ho voluto far mettere il tag personale, siccome io sono appassionato di musica, so che in questa sala c'è un mixer, c'è una regia o qualche cosa, e ho chiesto gentilmente a un amico, un collaboratore, se mi metteva il mio radiofaro personale, dove ci sono i tecnici, dove c'è il mixer. E quindi io adesso saprò esattamente dove andare per il mio radiofaro personale. Nel frattempo, appena io raggiungo questi tecnici, che sono molto curioso dei mixer e di queste cose qua, passerò le parole appunto a Mirella Gavioli, che vi darà... a chi? Ah il video c'è prima. Prima il video, sì grazie, grazie Marina. Allora raggiungo il mixer e lascio lo spazio al video così vi rendete conto cosa vuol dire un radiofaro personale. Benissimo, grazie. Io vorrei proprio sottolineare la grande la grande portata innovativa di questa sinergia che avete trovato che davvero fa diventare l'inclusione una parola concreta. Io vengo dal mondo della scuola e di scuola inclusiva si abusa però spesso è un termine che rimane scritto sui documenti, invece la vostra esperienza davvero si incarna nella vita delle persone e aiuta a migliorare la qualità delle loro vite quindi siete un esempio assoluto. Peraltro c'è del materiale informativo all'ingresso, dico bene, riguardo alle tecnologie le T-Smart potete trovare all'ingresso del materiale. Bene allora Mirella guardiamo adesso il video. Vedere Sabbioneta da questo punto di vista è un privilegio riservato solo agli uccelli e alla tecnologia del drone, ma camminare per le vie di questa piccola città ideale, concepita da Vespasiano Gonzaga nel '500, deve essere possibile a tutti, agevolando l'accesso anche ai disabili visivi. È per questo che oggi siamo qui in Piazza Ducale a Sabioneta con la mia videocamera e Gabriele Pezzini per incontrare Mirella Gavioli e Francesca Pagani, sua accompagnatrice. Mirella è non vedente. L'abbiamo invitata a parlare di Letty Smart, Un sistema tecnologico che permette a ciechi e ipovedenti di orientarsi nei centri urbani in autonomia e sicurezza. E va detto che in Internet si trovano ottimi video che ne spiegano il funzionamento. Nasce da un'idea di Marino Attini, ipovedente, specialista in elettronica digitale e conoscitore dei progetti Smart City che sogna di rendere accessibili a tutti. ShenSRL lo sceglie come progetto etico e ne cura la progettazione elettronica, lo sviluppo software e la miniaturizzazione e oggi la produzione. Così nasce l' LETISmart Voce, un piccolissimo e potente circuito elettronico che si nasconde all'interno del manico del nostro abituale bastone bianco, senza inficiarne ergonomia e peso e rendendolo parlante. Non è un GPS, è un sistema sofisticato di radiofari che ci dà molte più informazioni, permettendoci di interagire per farci guidare, agevolando i disabili visivi nell'autonomia personale urbana. Ma noi vogliamo sentire dalla voce di Mirella, che conosce bene lo strumento, come si usa e come potrebbe essere utilizzato a Sabbioneta. Questa mattina da Mantova sono venuta a Sabbioneta per fare un esperimento. mostrare come potrebbe essere vissuta la città splendida e storica di Sabbioneta da un disabile visivo. Questi sono i semplici strumenti che compongono il LetiSmart, un bastone e un radiofaro, un sistema non impattante né sui monumenti, né ingressi degli esercizi commerciali, né sui pullman, né sull'ambiente, con un filo di luce elettrica o con dei pannelli fotovoltaici, può essere installato ovunque ed essere performante per qualsiasi tipo di informazione necessaria al disabile visivo per essere autonomo, sicuro ed incluso nella città anche di Sabbioneta. Il LETISmart è un sistema di orientamento e mobilità e sicurezza che rende le persone disabili visive, quindi ciechi e ipovedenti, più sicuri, più autonomi e capaci di spostarsi in un ambiente anche non conosciuto, grazie al LETISmart, che ci dà degli informazioni sonore e ci orienta nello spazio e città urbana. Dopo questa interessante introduzione vogliamo capire di più. Vogliamo vedere come si raggiunge un punto dotato di radiofaro. Mirella suggerisce come raggiungere la farmacia. Francesca posiziona il dispositivo vicino alla porta. Posso accedere a per esempio alla farmacia. Oh grazie LETISmart per fortuna mi hai fatto trovare una farmacia. Grazie a un semplice radiofaro sulla porta della toilette per esempio io potrei andare ai servizi e potrei fare un sacco di altre cose perché con una piccola scatoletta che dà un richiamo sonoro io potrei veramente accedere a tutti i servizi di questa splendida città. Ma se vogliamo progettare una rete per Sabbioneta da dove partiamo? Per avere questa risposta ci ci siamo portati nel punto di arrivo degli autobus a Sabbioneta in prossimità di piazza d'armi e abbiamo simulato un arrivo e il raggiungimento del punto strategico di partenza per la visita di un turista. Ecco siamo arrivati con il pullman questo è un incrocio strategico dove andrebbe installato il primo radiofaro che dà il benvenuto e l'accesso alla città. Allora dovrei essere arrivata in piazza Ducale, dietro le mie spalle dovrebbe esserci il famoso Palazzo Ducale, però devo incontrare la mia guida all'InfoPoint così mi potrà accompagnare a fare una bella visita guidata di questa città. Eccoci! Oh Mirella! Buongiorno! Piacere, ho sentito LETISmart, ben arrivata! Ascolti, se vuole possiamo andare a Palazzo Ducale direttamente, va bene? Benissimo, grazie. Prego, allora. Mentre stiamo girando, incontriamo Alberto Zanazzi, presidente del Lios Club Sabbioneta Nova Civitas, e il sindaco di Sabbioneta Marco Pasquali, che si sono resi disponibili a parlare del nostro progetto. Siamo qua il sindaco di Sabbioneta, Mirella Gavioli, dell'Unione Italiana Ciechi di Mantova per ufficializzare il service del Lions Club Sabbioneta Nova Civitas di dotare Sabbioneta di LETISmart, vale a dire di dotare Sabbioneta di radiofari e di bastoni come questo, che sono bastoni parlanti che aiutano i provvedenti nella presentazione delle bellezze della città. Anche il sindaco. Sì, noi abbiamo seguito dal nascere di questa idea, questa proposta, che abbiamo sposato e accompagnato per dotare la nostra città di nuovi elementi di inclusione e che possano consentire una vita migliore a tutte le persone che vivono a Sabbioneta e che decidono di venire a visitarla. sono tante per fortuna e vogliamo che tutte possano sentirsi il più possibile come a casa propria. Non ci rimane che ringraziare Mirella e Francesca per la bella ed efficace spiegazione e con augurio che il progetto si concretizzi al più presto diciamo arrivederci. e ringraziamo Pierluigi Bonfatti Sabbioni, il regista di questo filmato, è là a registrare anche stamattina. Bene, passiamo la parola alla Presidentessa Mirella Gavioli. Grazie, grazie a tutti, è stata veramente un'emozione anche risentirmi e sentire tutte i vostri interventi anche quelli che hanno preceduto il nostro che considero veramente interessantissimi. Devo ringraziare in primis il presidente della Sabbioneta Nova Civitas per questo invito, il dottor Zanazzi. Voglio ringraziare anche ovviamente il sindaco e tutta la città di Sabbioneta e i Club Lions che si stanno impegnando su questo progetto, che è nato effettivamente dall'idea di Marino, dallo sviluppo di Scen, ma che viene portato avanti dai club Lions che hanno accolto e saputo approfondire e valorizzare questo importante progetto, tant'è che è stato esteso a tutti i Lions Club d'Italia e sta prendendo piede. Quindi è stato un grande investimento. Marino poi lo invito magari a spiegarci perché si chiama LETISmart, perché già dalla sua origine questo progetto ha un valore aggiunto che è proprio il valore del bene, il valore che si vuole dare alle cose importanti. Quindi devo ringraziare i Lions, Non mi dilungo sugli aspetti tecnici, perché avete già compreso e ci possono essere tanti altri segreti di LETISmart. Per esempio, Mantova è stata, dopo Trieste, la prima città in Italia a dotarsene. E quindi, essendo anche Sabbioneta città dell'UNESCO insieme a Mantova, ci sembrava bellissimo poter abbinare questi due percorsi, poter collegare questi due percorsi attraverso il LETISmart per consentire proprio a ciechi e i povedenti di poterla godere appieno. Io sono di Mantova da 50 anni, a Sabbioneta ho organizzato una gita nel 2019, non ero mai venuta e sono rimasta stupita, tant'è che in questi anni ci sono venuta tantissime volte. La potenza di questo progetto, oltre agli aspetti tecnici, Adesso Mantova, dopo averlo installato su 16 punti strategici del centro, lo ha installato su quattro attraversamenti semaforici, perché anche l'aspetto di poter trovare un semaforo, poterlo prenotare, schiacciare, senza rischiare di andarci ad ammazzare in qualche aiuola piuttosto che contro qualche palo, è un altro aspetto da non sottovalutare. Quindi il LETISmart è importante perché può essere implementato e sarà tanto più utile quanto più sarà ampliata la rete di questo progetto. Quindi ampliata significa non solo a Mantova, Sabbioneta, Trieste, ma significa un po' in tutte le città d'Italia, ma ci sono già dei progetti che vanno anche all'estero. Significa che ogni persona non vedente o ipovedente con il proprio dispositivo, quindi bastone o pocket per gli ipovedenti, che tra l'altro sono la maggioranza, più che i ciechi, gli ipovedenti saranno molto aiutati, perché sono di più come numero, sono più autonomi negli spostamenti, ma in certe situazioni hanno molte più difficoltà. Quindi questo è un potenziale enorme che può essere valorizzato tanto più quanto riusciremo a dotare i trasporti pubblici, gli esercizi commerciali, alcuni aspetti della città, questa è una città anche d'arte di turismo, quindi è importante, perché se anche dotiamo la città di 3, 5, 50, 100 radiofari, non è che ogni giorno ci saranno 100 cechi che faranno suonare 100 dispositivi e quindi diventa la città dei campanelli, ma sarà una modalità attraverso la quale noi possiamo orientarci e selezionare solo ed esclusivamente ciò che ci interessa, quando ci interessa. Non ci sarà nessun suono a vuoto, nessun disturbo per la quiete pubblica, ma ci sarà tanto impegno e tanta utilità per chi effettivamente ne ha bisogno. Sono qua per ringraziare tutti voi, per raccomandare anche agli altri Club Lions di voler approfondire nel caso questo progetto e poterlo anche sposare nei propri territori di competenza insieme alle sezioni territoriali dell'Unione Italiana Ciechi e ipovedenti che come diceva Marino lo hanno già adottato come Presidio nazionale. Noi oggi, ogni giorno, per non dire ogni settimana, veniamo contattati per chiederci di provare, di sperimentare, di testare. Propongono di tutto, dalle scarpe che vibrano, alla cintura che vibra, al guanto che vibra, tutte queste vibrazioni che non vorrei poi ci portassero anche a dei danni neurologici gravi, oltre alla cecità. Diciamo che la potenza, senza parlare della tecnologia, delle applicazioni, che ce ne sono di utilissime, di tutti i tipi, per fortuna, per aiutarci ad affrontare nella vita quotidiana la nostra autonomia. Ma la potenza di questo progetto, a differenza di qualche altro, non di tutti, è quella che è nata da una persona che la disabilità la vive. E da una persona come Diego, con i disabili visivi ci vive ogni giorno e che ha saputo mettere la sua professionalità al servizio di questa cosa perché nessuno più di chi vive la propria disabilità ci può dire di che cosa ha bisogno una persona con disabilità. Quindi la collaborazione è fondamentale, riuscire ad interfacciarci, a crescere, ad affrontare la realtà come diceva il relatore precedente, a maturare e a fare in modo che quello che c'è stato, come ha detto bene Diego, non vada perso, ma vada migliorato e vada implementato, credo che sia veramente il valore aggiunto di questo progetto e quello che ci deve un po' unire tutti nel crederci, nel portarlo avanti. Quindi, davvero, grazie a tutti. Infine invito Marino, a dire due parole su come... nasce il nome LETISmart? 

Prima vi dicevo che sono convinto che raggiungere l'autonomia personale o anche migliorarla di poco. per un non vedente, sia un regalo straordinario. Io mi sono trovato a progettare questo ausilio in un momento della mia vita difficile. Avevo appena perso mia moglie dopo 32 anni di felicissima convivenza. Lei si chiamava Letizia e noi la chiamavamo Leti. Da quel momento è nata l’idea di LETISmart, per questo sono sicuro che lei sia sempre il cielo che ci guarda. Grazie, grazie mille davvero. Ora auspichiamo che tanti club Lions decidano di sposare questo progetto e di intraprendere l'implementazione di questa tecnologia nelle loro città. Grazie davvero. 

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della relazione

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